E’ tempo di pedagogia nerd!

Educatori e insegnanti gamers, geeks, otaku, viaggiatori dell’immaginario, sognatori introversi unitevi! Le vostre competenze sono preziose, oggi più che mai

La cosiddetta cultura nerd fa riferimento ad una realtà complessa e talvolta controversa, che spesso si associa ai ragazzi meno “cool”: a volte introversi, facile bersaglio dei “fighi della scuola”, avete presente i ragazzini protagonisti di Stranger Things?
In questo articolo spiegherò perchè sono convinto che, nella società dell’utilitarismo, del rumore e dell’apparire, questo universo possa portare un contributo da non sottovalutare nei nostri ambiti di lavoro, se approcciato da un prospettiva di educazione critica. Un valore ancora più importante oggi, quando questi mondi sono uno dei pochi ambiti di “resistenza” e crescita per adolescenti in condizione di ritiro sociale.

Non è una novità

Una pedagogia nerd in realtà esiste già da molto tempo, anche se forse non si è mai utilizzato un nome per riunirne riflessioni e pratiche. E’ promossa da lungimiranti educatori, insegnanti, animatori sociali (magari anche tu che leggi) che sanno cogliere il valore di crescita e di mediazione con il mondo di fumetti, serie tv, ambienti fantastici, o che nei propri contesti animativi e di cura propongono giochi di ruolo, scrittura immaginativa che apre sguardi nuovi, attività basate su originali approcci ai videogame e al mondo digitale.
Dare un nome a tutto ciò non è detto che sia così importante, contribuire valore e contribuire al suo sviluppo sicuramente si. Il “Manifesto della pedagogia nerd” che segue è allora solo un gioco, il tentativo di rilanciare questa ricchezza e aprire spazi di confronto.

MANIFESTO DELLA PEDAGOGIA NERD

1- Valorizzare la produzione culturale degli universi nerd

E’ necessario valorizzare in un’ottica pedagogica la produzione culturale e alle pratiche legate ai cosiddetti universi “nerd”: romanzi fantastici (speculative fiction, fantascienza, weird…), fan fiction, anime, manga, supereroi, giochi di ruolo, videogames, quali risorse di riflessione su sé stessi e sul mondo, strumenti di apprendimento e di crescita. Sollecitare e supportare la conoscenza base di questi fenomeni culturali da parte di insegnanti, educatori e genitori, per aprire piani di comunicazione con i bambini e gli adolescenti che ne sono appassionati, e in generale arricchirsi di una risorsa preziosa per comprendere la contemporaneità.


2- Riscoprire che il gioco e l’immaginazione sono risorse fondamentali di apprendimento non solo per i bambini

E’ necessario valorizzare la pratica del gioco tra cui quello da tavolo, di ruolo, di cosplaying, di immaginazione; riscattarlo dalla convinzione comune che sia solo patrimonio dell’infanzia (mentre quasi solo lo sport sia riconosciuto come attività ludica degna di essere praticata da giovani e adulti).

3- Valorizzare gli educatori, gli insegnanti, i formatori nerd

Con il passare degli anni incontriamo sempre più educatori e formatori che in modi diversi si possono iscrivere al grande universo “nerd”. E’ fondamentale valorizzare le loro competenze in tal senso, conferire loro dignità e sostenerli nello sviluppare pratiche generative nel lavoro educativo e formativo. E’ importante inoltre valorizzare la figura di educatori riservati, introversi, in opposizione al mito, in particolare in ambito maschile, dell’ “animatore-maschio-alfa”.

4- Sviluppare la progettazione e sperimentazione di attività didattiche ispirate o focalizzate all’immaginario nerd.

E’ necessario progettare e portare in contesti di apprendimento formali e non-formali attività ispirate ai mondi fantastici, al gioco di ruolo, a tutto ciò che del vasto contesto culturale nerd può essere utile per creare attivazioni generative, senza snaturarne il valore originale.

5- L’attitudine nerd: essere introversi, riflessivi, non è un difetto ma un valore.

E’ necessario valorizzare l’attitudine, il modo di apprendere e di relazionarsi con il mondo delle persone meno estroverse; individui che possiedono spesso mondi interiori, capacità riflessive e doti immaginative particolarmente sviluppati. Dobbiamo portare alla luce la realtà che essere timidi non è un difetto, che ci sono modalità di socializzazione differenti rispetto a quelle rumorose delle feste, degli aperitivi, del ballo; che il silenzio è un valore, che la solitudine, se vissuta serenamente, non è per forza un problema (n.b.: non vogliamo qui avvallare l’equazione nerd=introverso, ma sottolineare quanto l’universo nerd rivaluti questa condizione).

6- Riscoprire il valore dell’inutile in contrasto alla società della prestazione

E’ fondamentale riscoprire l’importanza pedagogica, sociale e politica di ritagliare spazi nella propri vita dedicati ad attività che non hanno un fine utilitaristico, alla perdita di tempo. Si tratta di esperienze contro-culturali fondamentali a contrastare l’attuale società della prestazione e dell’utilitarismo.

7 Creare spazi generativi in cui sia valorizzato il potenziale contro-culturale dell’universo nerd, ridimensionandone la parte consumistica

L’universo nerd è (come, ahimè, gran parte delle sottoculture) colonizzata dal mercato (dalle grandi produzioni hollywoodiane ad ogni tipo di gadget legati a produzioni audiovisive, fumetti, libri). La Pedagogia Nerd mira a contrastare il predominio della sfera commerciale tornando invece a valorizzare le potenzialità del gioco e degli universi immaginari come strumenti di “visione” e di cambiamento sociale da sempre insiti in tali pratiche. La strada è quella di privilegiare la dimensione di autoproduzione e autorganizzazione (DIY) e di fiction speculativa (immaginazione, fantasy e fantascienza come strumento di riflessione critica sul mondo).

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