L’Anno Unico è il progetto educativo/formativo a cui mi dedico da quasi vent’anni.
Nasce come servizio per il contrasto alla dispersione scolastica ma diventa presto molto di più: un spazio di sperimentazione educativo e scolastico.
Si tratta di un servizio un po’ particolare per adolescenti in dispersione scolastica in cui opero da più di vent’anni. L’idea di fondo è quella di porsi accanto alla sofferenza psichica e materiale degli adolescenti anche in modo problematizzante rispetto alle sue cause sociali, convinti che non si possano formare adolescenti funzionali allo stesso contesto «tossico» che li opprime.
A differenza della narrazione comune in cui riecheggiano slogan come «recuperare in fretta», «non perdere tempo», «scovare e capitalizzare i talenti» ad Anno Unico opponiamo parole guida come rallentare, respirare, stare nel dubbio, porsi domande, sperperare, decentrarsi, vivere esperienze senza l’assillo che siano per forza spendibili per la scuola e per il lavoro, ma che possano sprigionare energie vitali. Negli anni ci siamo resi conto che è sperimentando un ambiente alternativo alla società della prestazione che la vita può davvero ricominciare a fluire, può crearsi quello scarto necessario per rimettersi in cammino, con uno sguardo differente su se stessi e sul mondo.
ANNO UNICO. Nuove strategie per il contrasto alla dispersione scolastica
Anno Unico si trova a Saronno
(VA), è
promosso da Fondazione Daimon, inserito in un contesto scolastico in
cui è presente un Centro di Formazione Professionale e un Istituto
Tecnico, entrambi nel settore grafico.
In più di vent’anni di
vita è cresciuto: da piccolo servizio di «scuola
bottega»
per ragazzi che non ne volevano più sapere della scuola a
sperimentale percorso di contrasto alla dispersione scolastica e
ricerca pedagogica. Negli anni si è sviluppato uno specifico modello
di intervento basato sulla forte integrazione tra la dimensione
educativa-esperienziale e l’apprendimento di contenuti più
meramente scolastici, sfumando i confini tra spazio educativo e
scuola. Questo approccio ha rivelato la sua efficacia nel
re-inserimento in percorsi ordinamentali sia di adolescenti
provenienti da situazioni di disagio sociale sia, più recentemente,
dei sempre più diffusi casi di ritiro sociale.
Nella sua conformazione attuale accoglie ogni anno circa 60 allievi tra i 13 e i 19 anni, divisi in diversi gruppi: una crew, per chi è più allergico ai contesti strutturati; una gilda, ambiente più tranquillo dove possono riprendere il loro cammino ragazzi con vissuti depressivi e di ansia. A questo si aggiungono una piccola classe per chi è accompagnato al conseguimento della licenza media (in regime di homeschooling) e altre tre composte da quegli allievi che hanno già frequentato l’ A.U. e necessitano di proseguire il proprio cammino fino alla qualifica professionale triennale mantenendo lo stesso approccio educativo e didattico. Terminato l’Anno Unico la maggior parte degli inserimenti avvengono nei percorsi D.D.I.F. della formazione professionale (rispetto ai quali il nostro percorso può essere certificato come anno/i formativo/i). E’ inoltre sempre meno raro che gli allievi che sono passati da questa esperienza proseguano fino al diploma (e ci sono stati anche casi di iscrizioni all’università!).
E’ uno spazio dove la sperimentazione pratica, il gioco, l’arte e gli strumenti espressivi e narrativi patrimonio delle culture giovanili sono strumenti privilegiati di conoscenza di sé e del mondo.
E’ un ambiente accogliente e a-giudicante dove ritrovare serenità e fiducia nelle proprie capacità.
Se vuoi approfondire questo è il link al sito dell’Anno Unico